Descrizione
Visited 1066 times , 1 Visit today
È diventato chiaro che dobbiamo cambiare radicalmente il nostro modo di guardare i quadri di Caravaggio. La sua arte è molto di più che un esercizio museale. In una guerra tra la vita e la morte, la sua arte prende la posizione dei suoi clienti e della stessa istituzione a cui essi sono legati: la chiesa di Roma. Non veniva creata in un contesto diverso da quello che è basato su dei criteri tradizionali ancora validi per il mondo romano degli anni Novanta e della prima decade del secolo successivo. L’arte di Caravaggio è principalmente uno strumento di fede: l’una è inseparabile dall’altra. Ambedue insieme determinarono la forma di questi quadri le cui invenzioni sono funzionali: stimolare e intensificare la fede del credente. La loro ragion d’essere è, dunque, storicamente condizionata e la forma artistica e la fede sono le due coordinate per un’attività artistica in cui l’immagine dipinta è concepita. Separare la fede dalla forma e dalla funzione dell’arte di Caravaggio porta a deplorabili malintesi non solo sulle sue opere, ma anche sullo stesso pittore. Molte mostre degli ultimi decenni sono il risultato di una forma di un pappagallismo insensato in cui si ripetono, senza vergogna, le chiacchiere non verificate da più di sette decenni. In uno spazio che per noi sarebbe troppo limitato, Caravaggio riusciva a realizzare dei veri capolavori che già come creazioni d’arte mostrano una forza di grande fascino. Dal nostro punto di vista, sembrano anche delle libere espressioni personali, anche controcorrente, rispetto all’epoca sua. Ma questa vista basata su una supposta modernità anticipata non soltanto sbagliata, ma, peggio, diminuisce il loro vero senso di prodotto umano.