Descrizione
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Jean Ducamps, fiammingo di Cambrai, è sicuramente uno degli artisti più misteriosi fra coloro che furono i protagonisti, in ambito naturalistico, della grande stagione romana negli anni del terzo e del quarto decennio del XVII secolo. Sappiamo di lui molte notizie dai biografi e dai documenti d’archivio, ma ostinatamente da quasi un secolo, negli studi che lo hanno riguardato, restano indecifrabili il suo profilo di pittore, nonché i dipinti che può aver eseguito in quegli anni. Diversi, e senza successo, sono stati i tentativi di assegnargli un corpus di opere, fino all’ultimo, recente, quando si è per vent’anni pensato che la sua attività pittorica potesse corrispondere al gruppo del cosiddetto Maestro dell’Incredulità di san Tommaso, poi rivelatosi appartenere a Bartolomeo Mendozzi (o Bartolomeo della Leonessa). Gianni Papi in questo volume arriva a una soluzione soddisfacente e recupera una personalità di grande livello qualitativo, il cui linguaggio, pur molto personale, mostra una evidente vicinanza con Simon Vouet, ma risente anche delle esperienze di Cecco del Caravaggio, Spadarino e Bartolomeo Cavarozzi.
Completa il volume un’Appendice scritta da Tommaso Borgogelli, dedicata a Giusto Fiammingo, pittore per molti versi altrettanto misterioso e vicino a Ducamps, che trova un’identificazione anagrafica pressoché definitiva.

Gianni Papi è studioso di Caravaggio e dell’ambiente caravaggesco a Roma e a Napoli. Ha curato le mostre: Artemisia (Firenze, 1991); Giovanni Serodine 1594/1600 – 1630 e i precedenti romani (Rancate, 1993); Il genio degli anonimi (Milano, 2005); La “schola” del Caravaggio. Dipinti dalla Collezione Koelliker (Ariccia, 2006); Caravaggio e caravaggeschi a Firenze (Firenze, 2010); Andrea Commodi (Firenze, 2012); Gherardo delle Notti (Firenze, 2015); Orazio Borgianni. Un genio inquieto nella Roma di Caravaggio (Roma, 2020). Ha pubblicato i seguenti volumi monografici: Cecco del Caravaggio (1992 e 2001), Orazio Borgianni (1993), Andrea Commodi (1994), Antiveduto Gramatica (1995), Gerrit Honthorst in Italia (1999), Spadarino (2003), Ribera a Roma (2007), Bartolomeo Manfredi (2013); Bartolomeo Cavarozzi (2015). Numerosi contributi sono comparsi nelle maggiori riviste, fra cui oltre quaranta in ‘Paragone’, ma anche in ‘The Burlington Magazine’, ‘Bollettino d’arte’, ‘Arte cristiana’, ‘Storia dell’arte’, ‘Studi di storia dell’arte’, ‘Ars Magazine’, ‘Artibus et historiae’, ‘Artitalies’.



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