Descrizione
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Il piano INA-Casa (1949-1963) rappresenta il primo, e forse nel suo genere anche l’ultimo, momento di politica edilizia residenziale pubblica attuata in maniera capillare e uniforme a livello nazionale. Riprendendo le parole di Roberto Pane, vi sono infatti «paesi nei quali si può dire che, a memoria di uomo, l’unica novità sia stata rappresentata dall’edificio INA-Casa, costruito ai margini di una stratificazione non di rado millenaria». Tuttavia, nelle linee guida del piano è ben espressa l’indicazione di operare affrontando il problema locale, allo scopo di adeguare gli edifici all’ambiente, inteso in senso lato, in cui si inseriscono. Nascono così non solo interi quartieri, ma anche gruppi di tecnici che, condividendo uno stesso retroterra accademico e culturale, intervengono in una maniera facilmente riconoscibile per composizione architettonica e ideologia sottesa. In tale ambito, lo studio sui professionisti partenopei attraverso il patrimonio INA-Casa consente sia un’interpretazione del contesto in cui operano sia una più ampia rivalutazione storiografica della scuola di appartenenza nella sfera disciplinare di metà Novecento.
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