Descrizione
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Il burattinaio Otello Sarzi, ex partigiano, artista visionario che metteva in scena Majakovskij, Brecht, Garcia Lorca con musiche di Albinoni, Grieg e Satie, amico e “complice” di Gianni Rodari riprende vita nei ritratti di Fabio Donato e nelle testimonianze, raccolte dalla moglie Isabelle Roth, di quanti lo hanno accompagnato nella sua vita di incontri e passione civile.
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Fabio Donato. Nel corso di più di cinquant’anni (dal 1967 ad oggi) il percorso della sua ricerca si svolge su due binari paralleli. Il primo è quello più professionale, dedicato alla storicizzazione dei linguaggi artistici (arti figurative, teatro). Ama definirsi fotoreporter della cultura; lavoro che svolge principalmente a Napoli, ma con viaggi, anche molto lunghi, in ogni angolo del mondo. Lungo le strade dei linguaggi dell’arte ha avuto l’occasione di sperimentare il proprio, quello della fotografia, con il punto di vista di uno spettatore privilegiato, che gli ha permesso di mettere insieme un archivio di circa 400.000 immagini.Il secondo percorso, quello che definisce “poetico”, si svolge, da sempre, su temi come la sospensione del tempo, la soglia come linea di demarcazione tra spazi, tempi, dimensioni mentali contrapposte. Ed ancora il “doppio”, il rapporto tra la realtà e la finzione, l’altro da sé. Il tutto attraverso immagini che, partendo da dettagli urbani, divengono territorio di proiezioni mentali. Tutto ciò come tentativo di provocare “pensiero” in chi legge il suo lavoro, in un tempo dove l’hobby più diffuso dell’umanità pare sia diventato quello di autoritrarsi in ogni luogo e comunicarlo al mondo intero. Mostre personali e collettive dal 1969 ad oggi: Napoli, Venezia, Monaco, Pechino, Bilbao, Roma, San Paolo del Brasile, New York, Nizza, Milano, Firenze, La Havana, Palermo, Toronto, San Pietroburgo. Alcune sue opere sono conservate in collezioni museali in Italia, Messico, Francia, Brasile e Cina.
Isabelle Roth, di origine svizzera, arriva in Italia nel 1977 dove conosce Otello Sarzi e intraprende questo cammino artistico teatrale e personale con lui. Lavorare con Otello in compagnia significava condividere con lui la vita artistica, gli allestimenti teatrali, le tournée, i percorsi alla luce e al buio, gli incontri, le salite e discese ardue. L’aspetto fondamentale di questa esperienza durata più di trent’anni è stato la complessità di un lavoro di ricerca sperimentale sul teatro di figura che non aveva limiti. L’arte di poter toccare con mano le infinite possibilità della creazione. Isabelle ha contribuito alla realizzazione dei burattini, delle figure, delle scenografie e della mess’in scena di numerosi spettacoli della compagnia di Otello Sarzi. Dopo la morte di Otello nel 2001, Isabelle continua nel lavoro teatrale e si dedica inoltre ad un percorso artistico personale nel mondo della pittura e scultura.
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