Descrizione
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La collezione Spagnolo-Patermo in quattro secoli di cartografia
Le vicende della Sicilia, isola di antichissima umanizzazione con una storia plurisecolare, sono collegate ai principali avvenimenti europei; per tale motivo una lettura a più livelli di indagine delle sue raffigurazioni cartografiche consente di leggere in filigrana l’intera storia della cultura occidentale, dalle innovazioni scientifiche e tecnologiche a quelle artistiche, incisorie e tipografiche, dagli sviluppi dell’astronomia e della geografia agli avvenimenti economici, politici e militari. Tutte le crisi dinastiche europee trovano riscontro in alcune immagini dell’isola, come avviene ad esempio in una serie di mappe, una sorta di piccoli manifesti di propaganda, diffusi durante la rivolta di Messina del 1674 e a seguito dell’intervento francese dell’anno successivo; nuovamente, tra il 1719 e il 1734, in occasione di importanti passaggi dinastici dell’isola dai Savoia, agli Asburgo e ai Borbone si assiste all’intensificarsi della produzione di immagini in pochi anni, dando luogo anche a inedite e stupefacenti rappresentazioni dell’isola come quella di Schmettau degli anni 1719-21. Una sorta di guerra si è anche combattuta sul versante scientifico per la definizione delle coordinate dell’isola nell’ambito del Mediterraneo e le variazioni delle longitudini di questo mare sono tutte registrate nelle carte dell’isola. Le antiche coordinate tolemaiche, stabilite nel II secolo, resistono nell’intero arco di produzione della Geographia dal 1477 (data della prima carta a stampa dell’isola) agli inizi del ’700. Ogni astronomo, geografo o cartografo apporta variazioni alle coordinate dell’isola a seconda delle osservazioni di cui dispongono: alcuni di loro come Gastaldi (1545), Mercatore (1589) o Magini (1620) spostano i luoghi, come se fossero soggetti a cataclismi geologici, e creano modelli che durano decenni e oltrepassano i secoli.
In alto la copertina del secondo volume
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